Il complesso di San Francesco al Prato sorge in una delle più belle piazze di Perugia. Questo monumento affascinante è da vedere senz’altro se trascorrete una giornata o un weekend a Perugia: non soltanto è possibile ammirare la meravigliosa ex chiesa, ma anche rilassarsi nel bel prato antistante.
Risalente alla metà del XIII sec., la chiesa di San Francesco al Prato è stata un’importante chiesa francescana della città, dalla notevole rilevanza religiosa, artistica, sociale e politica.
Chiesa di San Francesco al Prato: struttura e storia
Edificata a partire dal 1251, è la prima chiesa francescana dopo quella madre dell’ordine ad Assisi. La struttura della chiesa è stata concepita sul prototipo della Basilica di San Francesco d’Assisi (una chiesa superiore sovrapposta ad una inferiore): sorge infatti sopra l’antica chiesa di Santa Susanna, da cui prende il nome l’intero rione in cui è situata.
La chiesa conserva oggi l’originaria struttura ad una navata, ma nel corso dei secoli ha subito molti crolli e dissesti che hanno richiesto diversi interventi di consolidazione e ristrutturazione. La costruzione è rimasta per anni a cielo aperto per il crollo delle volte dovuto ai movimenti franosi della zona e ai terremoti. Gli altari e le cappelle sono andati perduti, mentre la bellissima facciata policroma è stata ripristinata nel 1926 dall’architetto Pietro Angelini.
Con l’arrivo delle spoglie del beato Egidio (1190-1262), compagno di San Francesco, il complesso iniziò ad acquisire grande valore per la comunità.
Da quel momento le grandi famiglie perugine scelsero la chiesa di San Francesco al Prato come luogo privilegiato di sepoltura dei propri cari.
Il complesso divenne così in breve tempo il “Pantheon” di Perugia: vi furono sepolti nobili, generali, letterati, giuristi che avevano reso omaggio, con la loro attività, al capoluogo umbro.
Chiesa di San Francesco al Prato: le opere d’arte
La crescita di notorietà e prestigio giovò doppiamente al complesso che si arricchì, grazie alle famiglie nobili perugine, anche di opere d’arte: Bonfigli, il Perugino, Pinturicchio, Raffaello, Alfani sono solo alcuni degli artisti che fecero di San Francesco al Prato uno scrigno di opere d’arte di immenso valore.
Purtroppo, i dissesti subiti dalla chiesa causarono danni non soltanto strutturali, poiché facilitarono i trafugamenti di opere d’arte e le spoliazioni napoleoniche: un terzo delle opere requisite in Umbria proveniva da San Francesco al Prato. La situazione peggiorò con il successivo passaggio al Demanio, avvenuto con l’Unità d’Italia, che completò l’opera di spoliazione.
Oggi molte delle opere d’arte un tempo contenute nella chiesa di San Francesco al Prato sono conservate in diversi musei nazionali: la Pala Baglioni si trova nella Galleria Borghese; l’Incoronazione della Vergine, nota come Pala degli Oddi di Raffaello, è ora nella Pinacoteca Vaticana insieme alla Resurrezione del Perugino, sempre conservata in Vaticano; altre opere si trovano nella Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia.
Chiesa di San Francesco al Prato: come visitarla
A seguito della demaniazione il tempio è stato sconsacrato ed è recentemente stato restaurato e allestito come Auditorium e a breve sarà inaugurato e messo al servizio della città. D’estate l’Auditorium ospiterà i concerti dell’Umbria Jazz, in una cornice storico-artistica incantevole. Il moderno Auditorium da oltre 500 posti sarà utilizzato non solo per la musica, ma anche per la danza, il teatro, congressi ed altri eventi culturali e sportivi.
Il complesso conventuale, che comprende l’Oratorio di san Bernardino, dall’inizio del ‘900 è invece sede dell’Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci e del museo Musa.
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